Sala dell'eccidio di Salussola

"Non c'è stata idea per cui gli uomini abbiano combattuto con cuore puro ed abbiano dato la vita, che sia andata distrutta" .
[Thomas Mann]

Gli aspri scontri della fine di febbraio 1945 indussero il comando a far rientrare i distaccamenti della 109a Brigata ancora nel Monferrato.
Gli uomini marciavano di notte e riposavano di giorno nelle grosse cascine di pianura. Purtroppo, probabilmente per una delazione, il distaccamento "Zoppis", fermatosi a riposare nella cascina Spinola, presso Livorno Feraris, fu circondato alle prime ore dell'alba del primo marzo da un'intera compagnia di fascisti, la OP "Macerata". I garibaldini di guardia, addormentatisi per la stanchezza, non riuscirono a dare l'allarme in tempo. I trentatré uomini furono condotti in diversi presidi; infine un gruppo di ventidue venne prelevato dai militi della "Montebello" e condotto verso Biella, con la scusa di realizzare un cambio con soldati tedeschi. Invece a Salussola, dopo un'intera notte di sevizie e violenze, i garibaldini vennero uccisi a colpi di mitraglia la mattina del 9 marzo. La strage voleva essere una risposta all'attacco condotto alcuni giorni prima da partigiani, probabilmente della 75a Brigata, ad alcuni camion di fascisti della "Montebello" transitati presso Salusola. Un camion era stato distrutto e quattro militi uccisi.
Viene qui riportata la testimonianza dell'unico sopravvissuto Sergio Canuto Rosa detto "Pittore", scritta di suo pugno proprio in quel periodo. E' disponibile e in vendita presso il museo il dvd con l'intervista fatta da noi.

Nel ricordo di:

E

Sala dell'eccidio di Salussola
Sala dell'eccidio di Salussola
Museo Laboratorio dell’Oro e della Pietra - A.V.P.S. Onlus - Sede legale: via Duca d’Aosta n. 7 - Salussola, Biella.
e-mail: info@museolaboratoriosalussola.org