La Storia
Crediamo che l’insieme dell’attuale parte collinare
del Comune di Salussola e di tutti gli altri Comuni sulle propaggini
terminali della Serra, in origine si chiamasse Mons Victimuli e che la
parte del paese che oggi noi chiamiamo Salussola Monte, ne sia stato
l’avamposto fortificato. Fu scelto dai Vittimoli per la sua
posizione strategica, a guardia della sottostante pianura essendo il "
castrum victimuli " poco distante. Ancora oggi, la parte alta di
Salussola è comunemente chiamata " Monte ", un rimasuglio
dell’antico appellativo Mons dei Victimuli ?. Di questo non
abbiamo certezze, solo supposizioni, di certo Salussola fu un centro
dei Romani Victimuli che sfruttarono le vene aurifere della Bessa per
la ricerca del prezioso metallo. Divenuto insediamento romano, come
attestano le lapidi, le iscrizioni e le tombe recuperate nelle varie
campagne archeologiche. Di epoca romana sono infatti la vecchia strada
che attraversa il paese. Uno storico, il Modena Bicchieri, afferma che
nel castello di Salussola si conservava l’oro estratto dalle
aurifodine della Bessa, che serviva per la paga ai soldati di guardia
alle Alpi. E lo stesso afferma che l’avamposto dei Victimuli
fosse stato scelto durante l’occupazione dei Romani come
avamposto ideale durante la guerra contro Annibale. Lo stemma
municipale del Comune, quello più antico, portava a grandi
lettere, la scritta latina " Oppidum Caesarianum Vulgo Salussolia", che
significa luogo fortificato dai soldati di Cesare. Il Vercellese
Corbellini avanza l’ipotesi che Salussola sia stata
fabbricata coi resti delle rovine di Vittimulo. Le mura furono
più volte riedificate, prima dalle rovine
dell’avamposto del Mons Victimuli, poi dal Castrum Caesaerum
e solo intorno al 900 - 1000, la cinta muraria e il borgo dovevano
svilupparsi oltre la cittadella fortificata. Secondo alcuni, il
castello è stato edificato sulle rovine del "castrum", a mio
avviso sulle rovine del "castrum" è sorto il nuovo paese e
non il castello, perché il "castrum" era per deduzione con
vista sulla pianura sottostante e quella parte che oggi noi chiamiamo
cantone "Casazza" è un balcone sulla pianura. Il
castello-recinto è sorto sulla parte più
alta tra il 1374-75, alle spalle del paese e ancora oggi si
possono vedere i ruderi di una delle tre torri originarie, dei resti di
mura e parti di un fossato. La parte originaria del paese è
senz’altro quella che oggi è con la vista sulla
pianura, a partire dalla Porta Inferiore, da via Pietro Micca, via
Generale Bignami, via Canonico Salza, e fino alla chiesa di
Santa Maria Assunta, allora piccola chiesa del cimitero all'interno del
borgo anche se le prerogative alla sepolture erano solamente delle
pievi (l’attuale è un’ampliamento
trecentesco della chiesa primitiva). E azzardo a dire che la chiesa del
borgo fino al 1423, anno in cui la chiesa di Santa Maria fu elevata a
plebs, era quella della rettoria di San Gervasio, oggi non sappiamo che
fine abbia fatto questa chiesa per mancanza di documentazione al
riguardo. Sulla via Generale Bignami, prima dell'attuale sistemazione,
erano ancora evidenti dei resti di mura o fondamenta di edificio, che
siano stati quelli della chiesa di San Gervasio?.
Le origini del paese
In questa parte del paese ci sono ancora numerose testimonianze medioevali, dalla Porta Inferiore, ai resti murari, alle abitazioni civili di via Pietro Micca e Generale Bignami e fino alla casa-torre di via Canonico Salza. La parte del paese, quella intorno alla chiesa di San Nicola da Tolentino, ha delle costruzioni civili quattrocentesche/ cinquecentesche a ridosso della strada principale che conduceva fuori le mura oltre la Porta Superiore, Porta che andò distrutta durante insurrezioni ottocentesche. In questa parte centrale del paese sono ancora visibili, in piazza Vittorio Emanuele II, in piazza Cesare Nani e in via Quintino Sella, alcuni resti di costruzioni medievali inglobati in ricostruzioni successive. La rimanente parte, oggi chiamata via Duca d’Aosta si è sviluppata tra il seicento e il settecento, su questa via sono ancora oggi visibili alcune abitazioni nobiliari seicentesche/ settecentesche. La via principale del paese, la parte iniziale detta anticamente " Crosa " e solo più tardi via Roma, prosegue in piazza Vittorio Emanuele, piazza Cesare Nani e via Duca d'Aosta, che ricordo volentieri con ciottolato, era senz'altro una via di comunicazione già ai tempi dell'occupazione romana, a testimonianza un ritrovamento di una tavoletta di marmo scolpito, ora conservata presso il Museo Civico di Biella. Mons Victimuli è citata in Diplomi imperiali del 1007, 1027, 1054, non crediamo trattarsi della vecchia Vittimulo, perché già in documenti del X secolo della Chiesa Vercellese, Vittimulo non è più citato, essendo il paese scomparso tra l’VIII e il IX secolo. Quindi si presume che con l’appellativo Mons Victimuli, si intendesse all’insieme collinare del territorio dei Vittimoli, anche se Strabone ripone il Monte Vittimulo nel luogo di Saluzzola. Il nome di " Saluciola " lo troviamo per la prima volta in un Diploma di Ottone III del 7 maggio 999 , con questo si desume che gli abitanti di Vittimulo, scampati alla distruzione del paese, si siano rifugiati intorno o all’interno dell’avamposto fortificato del Mons Victimuli, il Castrum Caesaerum. Di qui il paese di Salussola. Nel 1014, in un Diploma di Enrico II, si menziona di " Salizola " e in quello di Federico I il Barbarossa del 17 ottobre 1152 di " Saluciolam ". E da questa data in avanti tutti i documenti portano l’appellativo di Salussola, mentre è scomparso ogni riferimento al Mons Victimuli. Salussola è sempre stato un feudo della famiglia dei de Bulgaro fino all’avvento dei Savoia e il paese ne ha seguito le sorti, le alleanze e le guerre. La famiglia de Bulgaro dette i natali a Pietro de Bulgaro, che in seguito diventò segretario del Papa Gregorio, diacono, cardinale e beato. Pietro de Bulgaro nacque nell’attuale cantone "Casazza" nel 540, che allora si trovava nell’area del " Castrum Caesaerum ".
Il Monte Azolato
Il celebre scrittore Muratori riferisce che nell’anno 1230, i Vercellesi obbligarono i Signori di Saluzzola a ceder loro le miniere d’oro, argento, e azzurro novellamente scoperte nel Monte Azolato ". Questa è una filastrocca perché fin dai tempi dei primi Imperatori Romani le uniche miniere conosciute erano solo quelle all’interno della Bessa, nel Pago Vittimulo.
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